LIONS CLUB TERAMO
Distretto 108 A - Circoscrizione III - Zona A


Da uomini a uomini-Lions

L'UOMO MODERNO possiede una notevole informazione, costantemente aggiornata con dati - spesso manipolati - provenienti da "media" e stampa non qualificata. Impegni a ritmo frenetico impediscono però l'approfondimento dei dati assunti, specie di quelli che non coinvolgono la propria professionalità. Questo sistema d'informazioni rapide fa sì che tutti gli uomini possano esprimere giudizi su tutti i campi. Si tratta spesso di giudizi superficiali, ricavati da informazioni sommarie, talvolta non esatte.

Si è dell'avviso che occorre ristabilire, oggi, un confine chiaro tra informazione e cultura. Molti uomini, seppure informati, non hanno cultura, perchè non hanno la possibilità di meditare o approfondire o discutere le idee che vengono loro proposte.

Peccei, Presidente del "Club di Roma" - sodalizio internazionale che riunisce i più prestigiosi sociologi ed economisti del mondo - ha pubblicato nel 1981 un libro di rottura "da leggere in un fine settimana e da meditare per un anno": 100 PAGINE PER L'AVVENIRE ("100 pages pour l'avenir", Ed. Economica, Paris). L'Autore sostiene che "l'invenzione dell'avvenire è la più importante e la più difficile invenzione umana...Essa non potra` essere che un'invenzione culturale. A tal punto che l'avvenire sarà l'inizio di un grande rinascimento culturale oppure non ci sarà affatto". L'uomo gioca pertanto un ruolo determinante non solo come protagonista ma addirittura come autore dell'avvenire. In questa nuova veste, e con i mezzi a sua disposizione, egli può incidere in maniera decisiva sull'ambiente e sull'umanità. Sia dal punto di vista filosofico che dal punto di vista pratico egli deve possedere un concetto essenziale: IL DESTINO COMUNE DELL'UMANITA`. "Viviamo in un sistema chiuso, dipendente totalmente dalle risorse della Terra e dai rapporti tra gli uni e gli altri, per la nostra vita e per la vita delle generazioni future. Tutto quello che ci divide è infinitamente meno importante di quello che ci lega e dei pericoli che ci uniscono". E` Peccei che così scriveva quando non erano ancora di gran moda la "solidarietà" e la "tolleranza" (due termini usati sempre più spesso, ma talvolta a sproposito: il primo anche per disperdere le responsabilità ed i demeriti individuali; il secondo eventualmente per dimostrare indifferenza alle idee, ai valori, alle opinioni altrui).

Da questi concetti dovrebbe derivare la figura dell'UOMO-LION: un professionista competente e responsabile che con la sua cultura e la sua professionalità rappresenta, nelle varie fasce della società, un sicuro punto di riferimento. L'uomo-Lion e` un uomo libero che pensa, dialoga e in nome dell'amicizia - che il Club gli dà l'opportunità di esaltare - cerca l'aggregazione con i suoi simili per il conseguimento disinteressato di determinati fini, a vantaggio della collettività. Nella famiglia, nel posto di lavoro, nella società, egli porta il suo stile di vita impostato su valori morali indistruttibili.

In alcune occasioni i Lions hanno espresso il desiderio di modificare il loro Codice di comportamento, per renderlo più flessibile ed idoneo ad uomini che nella società devono pur vivere ed operare. Si ritiene però che le regole fondamentali non debbano per ora essere cambiate. Non si dimentichi che esse sono state dettate da americani, presumibilmente protestanti, abituati ad una rigida morale che non consente deroghe. Sono i cattolici che accettano fragilità e deviazioni dai "Comandamenti", perchè poi un Sacramento (confessione) può anche cacellarle. Il Lion non può e non deve essere un uomo dalla "morale comune", non lo consente la sua cultura ed il prestigio che deriva dalla investitura in un Club che opera solo per "chiamata dei migliori".

Il Codice dell'etica lionistica riconosce implicita la vocazione al servizio, vocazione che si esalta nel motto "We serve". La norma si incentra sui termini "eccellenza, solerzia, serieta`", i quali creano i supporti su cui deve poggiare il servizio. Scorrendo poi le norme del Codice, si rileva come la seconda (domandare giuste retribuzioni e conseguire giusti profitti), la terza (svolgere la propria attività senza danneggiare quella degli altri), la quarta (affrontare con altruismo ogni dubbio e risolverlo, se necessario, anche contro il proprio interesse) sollecitino un irreprensibile comportamento privato del Socio. Il servizio cui il Lion tende per vocazione non richiede alterigia, superbia o vanagloria. Se egli agisce con umiltà potrà dare al suo operato qel sigillo che garantisce il rispetto della gente. Il Lion sa che il comportamento del singolo si riflette sui soci del Club e, addirittura sull'Associazione nel suo complesso.

Le successive norme riguardano il comportamento nei confronti degli altri e della comunià. Esse concordano con gli scopi che si propongono i Lions Clubs International. Inculcare nel cittadino il rispetto per le istituzioni, il senso della responsabilità e dell'impegno civile, la coscienza democratica che presuppone il riconoscimento dei diritti e dei doveri di ciascuno. In ogni occasione il Lion cercherà il dialogo, perchè sa che non si convince l'interlocutore da posizioni di rigida intransigenza: solo atteggiamenti flessibili sfumano facilmente verso l'intesa, senza pregiudizio per alcuna delle parti. Diversità di razza, di lingua, di credo politico e religioso sono per lui inesistenti, cosi come i preconcetti derivanti da varie culture.

Il Socio porta nel Club i suoi ideali ma non le sue ideologie, che potrebbero essere motivo di disarmonia. Egli deve conquistare prima di tutto l'amicizia dei Soci, che potrà poi evolvere in intesa, coesione, fratellanza: dipende dalla fiducia che ciascuno ha potuto ottenere dall'altro.

Si delinea cosi anche la FISIONOMIA DEL CLUB: un insieme di uomini validi, di collaudata professionalità, che godono di vasti consensi nel proprio ambiente, scelti a rappresentare le fasce sociali più operose e qualificate. Come cellula primitiva della nostra organizzazione, il Club deve dimostrare la sua presenza attiva, dinamica, quale unità operativa che si esalta nella collegialità e si concretizza nella realizzazione di servizi sociali, con azioni mirate che vanno ad occupare spazi ormai lasciati liberi dall'arretramento dei partiti politici, dei sindacati, degli Enti Locali, dello Stato.