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LIONS CLUB TERAMO Distretto 108 A - Circoscrizione III - Zona A |
Non è un caso che l'anno di fondazione dei Lions Clubs fosse il 1917: l'anno in cui, per l'ingresso degli USA nel conflitto europeo, si attuò la "prima guerra mondiale" dell'umanità. Un evento apocalittico voluto da politici dissennati, che portò la distruzione di enormi ricchezze e la morte di circa 35 milioni di uomini. In quella occasione si capì che l'interazione tra i popoli era tale che, ormai, tutti si era coinvolti immediatamente nei grandi rivolgimenti della storia. Gli uomini più sensibili si resero conto di appartenere ad un'unica entità: la famiglia umana. Questa grande famiglia può aspirare ad un futuro di benessere e di progresso solo se ogni essere umano prende coscienza di avere legami indissolubili con la società comune. Perciò ogni uomo deve impegnarsi per contribuire al miglioramento generale, aiutando coloro che sono in stato di maggiore necessità: i deboli, i bisognosi, i sofferenti.
Per iniziativa di Melvin Jones (foto) e di un ristretto gruppo di amici nasceva a Chicago, il 7 giugno 1917, il primo Lions Club che proponeva una trasformazione radicale dei rapporti tra le persone, per "creare e stimolare uno spirito di comprensione tra i popoli del mondo". Il principio ispiratore di Melvin Jones e` contenuto nelle sue parole: "Sono del tutto convinto che non possiamo arrivare lontano se non facciamo qualcosa per gli altri..."; e più oltre stabiliva di dedicare tutta l'attività associativa al servizio della comunità. Ecco quindi la vera essenza del lionismo, un "club service" con lo scopo di servire l'umanità.
Al primo congresso dell'Associazione, a Dallas (Texas) dall'8 al 10 ottobre 1917, intervenivano già 23 Clubs. Questo congresso, che passerà alla storia come la prima "Convention", sanciva la fondazione della più grande, della più dinamica e della più rappresentativa organizzazione di Clubs di servizio del mondo. Infatti, fin dalla costituzione dell'ONU, il Lions International è la prima organizzazione non governativa che collabora con le Nazioni Unite.
Purtroppo le buone intenzioni di uomini impegnati al servizio della comunità, non hanno potuto impedire l'immane tragedia della seconda guerra mondiale. E nemmeno le decine di guerre "locali" che ogni anno procurano milioni di morti, in gran parte tra popolazioni inermi. Ciò non scoraggia i Lions. Essi hanno sempre partecipato alle iniziative umanitarie a cominciare da quelle per la difesa dei bambini. Dalla somministrazione di Vitamina A per la sindrome di deficenza nelle regioni del Sahara, di oltre 25 anni fa, alle vaccinazioni per i bambini del Ruanda, Burundi e Zaire, ai Centri di accoglienza per bambini nella zona dei Grandi Laghi. In Bosnia, recentemente, è stata organizzata l'assistenza scolastica e l'assistenza socio-sanitaria ai bambini orfani, rifugiati e feriti di guerra. Inoltre, nel corso degli anni, non è stato mai dimenticato il costante, generoso appoggio all'UNICEF.
In Italia i Lions sono presenti da 46 anni: il primo Club, quello di Milano, è nato il 28 marzo 1951. Oggi i Clubs sono 1057 con circa 45.000 soci. "Rappresentiamo in concreto la più vasta ed organizzata rete di servizi umanitari esistente nel nostro Paese, e lavoriamo 365 giorni l'anno in sintonia con i responsabili istituzionali a livello locale e nazionale per promuovere il progresso civico, sociale, morale ed economico della nostra Nazione". Questo ha affermato al 45° Congresso Nazionale di Reggio Emilia (6-8 giugno 1997) Pino Grimaldi, il primo italiano che, in qualità di Presidente Internazionale, ha guidato l'Associazione nell'anno sociale 1994/95 (foto).
E` impossibile schematizzare il lavoro compiuto dai Lions di tutto il mondo, negli 80 anni di attività. Si è però lieti di constatare la rivalutazione che oggi viene fatta delle autonomie locali, perchè si è stati da sempre fautori dell'autonomia dei Clubs come elementi dotati di capacità operativa concreta e reale. Tuttavia non si può dimenticare che i grandi temi socio-assistenziali possono essere affrontati solo con notevoli possibilità economiche e con coordinamento internazionale degli interventi. Per questo è stata istituita nel giugno 1968 la Lions Clubs International Foundation (LCIF): un ente pubblico senza scopo di lucro, esente da tasse. La Fondazione è stata costituita per ricevere donazioni da Lions e da altre fonti che appoggiano le iniziative umanitarie. La stessa LCIF viene usata per utilizzare questi fondi attraverso accurati e ben controllati esborsi, per far fronte ai bisogni delle comunità in tutto il mondo. Essa viene gestita mantenendo una larga riserva finanziaria per consentire d'intraprendere importanti progetti, mentre le spese amministrative e promozionali sono pagate con il ricavato degli interessi. Le donazioni effettuate servono per progetti di servizio umanitario, addestramento professionale ed aiuti in caso di calamità.
Un recente esempio di servizio umanitario è dato dalla campagna "Sight First" (la vista prima di tutto): una raccolta di fondi per la realizzazione, nei paesi sottosviluppati, di centri di prevenzione e cura per le malattie degli occhi. Sono stati messi insieme 148 milioni di dollari (oltre 250 miliardi di lire) utilizzati per la costituzione di centri per la "Prevenzione e cura della cecita`" in 51 Paesi su cinque continenti. Circa 7.000.000 di persone, negli ultimi cinque anni, hanno recuperato la vista nei nostri centri. 1795 studenti sono stati addestrati in oftalmologia.
Lunga è la lista degli interventi che quotidianamente vengono fatti nel mondo per la società del bisogno. Dalla lotta contro la droga (Lions Quest), operante anche in Italia, fino alla Task Force Umanitaria Lions (che ha versato 10.000 dollari per i primi interventi ed ha raddoppiato la somma raccolta dai distretti colpiti dal terremoto dell'Umbria e delle Marche, pari a 150.000 dollari): si tratta di circa 1200 interventi al giorno. I Clubs italiani (Multidistretto 108) hanno iniziato il "Progetto Albania", che si propone d'impiantare in Durazzo un poliambulatorio per la prevenzione e la cura delle malattie infantili. Le strutture murarie sono terminate ed il poliambulatorio, primo in Albania nel suo genere, sarà funzionante entro due anni, con una spesa totale di circa 5 miliardi. Il Distretto 108/A, di cui fa parte il Club di Teramo, ospiterà, nelle sue strutture universitarie ed ospedaliere, il personale medico e paramedico albanese in addestramento.
Per il futuro i problemi da affrontare sono numerosi. Alla fine di aprile 1997 Clinton ha riunito a Filadelfia, nella massima mobilitazione in tempo di pace, alte personalità americane tra cui quattro Presidenti e cinque "first ladies" (Reagan, distrutto dal morbo di Alzheimer, ha mandato la moglie Nancy). Il titolo della manifestazione: "Summit dei Presidenti sul futuro dell'America". I potenti, i ricchi, le celebrità hanno chiesto d'integrare lo stato sociale con il volontariato. Una proposta di servizio civile gratuito che Clinton spera che diventi un modello per l'Occidente. Nancy Reagan ha lanciato la sfida: "L'unione fa la forza, se ci solleveremo lo spirito l'un l'altro e se soccorreremo i deboli sconfiggeremo la povertà, la criminalità ed il vizio".
Questa sfida è stata raccolta dai Lions che, sempre a Filadelfia, hanno celebrato dal 2 al 5 luglio 1997 la loro 80^ Convention. In tale occasione erano presenti i rappresentanti di 1.500.000 soci, aderenti a 42.000 Clubs, attivi in 185 nazioni del mondo: tante quante aderiscono alle Nazioni Unite.
Si deve esaminare a fondo lo scenario della nostra civiltà. "Lo sviluppo tecnologico non ha reso più felice l'uomo e più tranquilla la società. Ha piuttosto dato sfogo alle infamie più raffinate ed ha prodotto esigenze ed attese atte a soddisfare i peggiori istinti di dominio ed immoralità". Anche se non può essere condivisa a pieno questa pessimistica visione di Mario Da Col, del Club di Tarcento (Udine), si deve pur constatare che il problema dei Lions, oggi, è quello di entrare nella nuova civiltà del terzo millennio con spirito d'innovazione, svincolandosi da vecchi pregiudizi ed utilizzando i mezzi tecnologici più avanzati. E` necessario vivere con i giovani ed insegnare loro ad essere liberi e capaci di speranze. Con essi si devono seminare i germi della solidarietà verso i gruppi più poveri ed abbandonati. Con essi si deve migliorare l'ambiente naturale per consentire alle future generazioni il godimento di una vita tranquilla.
Non si deve affrontare la povertà solamente come carenza di beni di sussistenza, ma la povertà morale, l'emarginazione di popolazioni sempre più numerose, la carenza di speranze che rende vulnerabili a qualunque demagogia e porta gli uomini (ed anche i bambini) ad imbracciare armi, per uccidere, per compiere genocidi. Un problema urgente riguarda la diffusione di tecniche per incrementare le produzioni agricole e zootecniche nei paesi aridi. Da questi, che presentano un rapido aumento della popolazione, partono le più imponenti migrazioni verso i paesi industrializzati dell'occidente.
Sono auspicate collaborazioni internazionali specialmente in favore dei bambini: ogni anno muoiono di fame circa 6 milioni di bambini, mentre in America Latina vivono 40 milioni di ragazzi di strada, tra i quali dilagano i casi di violenza e di abuso sui minori. La beneficenza non serve a risolvere i problemi. Le persone non vogliono più stendere la mano, vogliono essere autonome e vivere un futuro pari a quello che hanno altri più fortunati solo perchè nati in un paese ricco. Occorre dunque un'azione corale delle organizzazioni internazionali e delle associazioni di volontariato e di servizio per prevenire le cause ed affermare la dignità dell'uomo. Una recente indagine ha evidenziato che ben 250 milioni di minori, 120 a tempo pieno e 130 a tempo parziale, sono impiegati in forme di lavoro forzato e pericoloso, o in età inferiore ai 12 anni: un fenomeno intollerabile.
Questi sono alcuni dei problemi che impegneranno i Lions in un futuro non lontano. Siamo pochi, anche se apparteniamo alla organizzazione di volontariato più vasta del mondo. Tuttavia i nostri Lions sono tecnici e professionisti affermati e se avranno la modestia di mettere a disposizione del Terzo Settore - quello del "non profit" - le loro capacità, saranno punto di riferimento per la programmazione ed il controllo della maggior parte dei servizi del volontariato.